Descrizione
Christoph Reding: L’archeologia mediovale dei cantoni San Gallo e Appenzello
Christoph Reding: Ceramica medievale nei cantoni San Gallo e Appenzello
Martin P . Schindler: «Alt-Weesen» distrusso 1388: un pozzo del ritrovamento archeologico
Ulrike B. Gollnick: Castello di Gams – scavi archeologici e analisi di costruzione
Peter Boller und Walter Schläpfer: Balcun At/Hohenbalken, Müstair GR
L’archeologia mediovale dei cantoni San Gallo e Appenzello
L’archeologia mediovale dei cantoni San Gallo e Appenzello trovò il suo slancio agli inizi del XX sec. con l’iniziativa del Dott. h.c. Gottlieb Felder. Fino agli inizi della seconda guerra mondiale tutti gli sforzi erano concentrati nella conservazione e nel risanamento di castelli in rovina, minacciati da un’ulteriore distruzione (cfr. tabella e cartina); accanto a ciò gli scavi effettuati purtroppo non vennero documentati sufficientemente e per la maggior parte dei casi nemmeno pubblicati.
Dopo la seconda guerra mondiale Franziska Knoll-Heitz continuò nell’attività degli scavi e scrisse diverse pubblicazioni, i cui risultati durante un lungo periodo di tempo diedero gli unici criteri validi per l’archeologia medievale della Svizzera orientale. Nel 1966 venne creata a San Gallo la Sezione Archeologica Cantonale che in seguito però, a causa di problemi finanziari, dovette limitarsi ad appoggiare i restauri delle chiese. In particolare ne risentirono gli studi sul centro urbano nel cantone San Gallo. La manutenzione dei castelli in rovina invece continuò ad essere affidata alla Conservazione Cantonale dei Monumenti Storici. Negli anni 1970 e 1980 vennero risanati con grandi sforzi molti castelli (cft. tabella e cartina), cosicché oggi troviamo solo pochi castelli nei cantoni San Gallo e Appenzello che neessitano un intervento atto a consolidarne i resti; tuttavia questi ultimi necessiterebbero una salvaguardia più urgente.
A causa di problemi finanziari, molti reperti rinvenuti in passato e altri rinvenuti più recentemente, non poterono venir analizzati. Un primo appiglio per un’analisi è costituito da una panoramica generale sulla ceramica medievale nei cantoni San Gallo e Appenzello, pubblicata nell’articolo seguente.
Ceramica medievale nei cantoni San Gallo e Appenzello
Gli studi effettuati nei cantoni San Gallo e Appenzello, per quanto concerne l’archeologia medievale, non sono sufficienti (cft. storia della ricerca). Pertanto al momento si può riprodurre solo una panoramica generale frammentaria sulla cronologia e tipologia della ceramica medievale. Mancano quasi del tutto le stratigrafie, oppure vi sono solo pochi complessi di ritrovamenti con una datazione assoluta. Oltracciò il confronto delle presenti forme della ceramica con i luoghi dei ritrovamenti delle regioni circostanti (Winterthur, Konstanz, Thurgau, Graubünden) mostra che in alcuni casi vi sono delle differenze notevoli. Così è facile da notare che per esempio il pentolame è rappresentato scarsamente nei luoghi dei ritrovamenti esaminati nella regione. Mentre in questo genere di vasellame il bordo a forma di labbro si riscontra spesso (cft. fig. 2 e 3), il bordo a forma di regoletto (cft. fig. 4), che tipologicamente è un’evoluzione di quello a labbro, raramente si incontra. Vasellame risalente al X/XI sec. fino ad ora è difficilmente riscontrabile, mentre solo nel XIII sec. appaiono nella Svizzera orientale complessi di rirovamenti confermati archeologicamente. Anche le lampade ad olio in ceramica sono rare, mentre quelle di metallo o altri dispositivi di illuminazione in ferro sono attestati più frequentemente.
Per quanto riguarda invece le mattonelle a forma di fungo, si è trovato un solo complesso isolato di reperti provenienti dal castello di Neu-Toggenburg. Altre forme come le mattonelle a forma di piatto, oppure parti di stufa in stile gotico, sono fino ad ora sottorappresentate. Solo un’analisi intensiva di innumerevoli complessi di reperti finora mai analizzati, come pure eventuali ritrovamenti scoperti recentemente nei cantoni San Gallo e Appenzello, permetteranno di chiarire i problemi della cronologia e tipologia e della loro diversità rispetto alle regioni limitrofe.
«Alt-Weesen» distrusso 1388: un pozzo del ritrovamento archeologico
La città di Weesen che è situata sul lato occidentale del Walensee, venne fondata nel XIII sec. Il commercio e la concentrata amministrazione asburgica la fece diventare un centro della regione del Linth. Dopo la battaglia di Näfels (9.4.1388) la città venne incendiata senza averla prima saccheggiata ed in seguito non potè più venir ricostruita. Nel luogo dove era situata la città vennero effettuati diversi scavi d’emergenza nel 1978, 1988 e 1993/94 di scarsa qualità. Grazie all’impiego di volontari di Weesen si poterono salvare informazioni e reperti. Ciò dimostra che la città distrutta nel 1388 non subì particolari danneggiamenti nel corso dei secoli e che gran parte dell’inventario casalingo è tuttora conservato. Così Weesen diventa un importante sito archeologico della cultura tardo-medievale. Purtroppo, per ora mancano un inventario scientifico, l’elaborazione e l’analisi, come pure il restauro dei reperti.
Castello di Gams – scavi archeologici e analisi di costruzione
Un progetto di costruzione nella zona limitrofa del castello di Gams, scoperto nel 1963, diede l’occasione per uno scavo d’emergenza negli anni 1999 e 2000: un edificio sarebbe dovuto essere annesso alla tipica casa colonica del Toggenburg del XVII sec., conservata ancora allo stato originale. Dato che le fonti storiche tacciono sulla storia del castello, le uniche informazioni sul sito in cui sorgeva il castello e sulle sue mura conservate fino ad una altezza di 4 m.vengono fornite dai risultati ottenuti dagli scavi archeologici.
Il castello è composto da un nucleo appartenente ad una sola fase a forma di trapezio con abitazioni e corte circondati da un muro di cinta. La situazione topografica del terreno a balze lascia intendere che la superficie doveva misurare 90m x 50m. La datazione dei reperti, l’analisi al C-14 e la tecnica di costruzione attestano che il castello era abitato solo nel XIII sec. Venne distrutto da un’unica forte scossa, probabilmente un terremoto. Sui suoi costruttori ed abitanti vi sono solo informazioni scarse, ottenute dai reperti e dalle scoperte archeologiche (ossa di animali, parti di armi, scarti della fusione del bronzo, vasellame non smaltato e dalla ceramica di stufe). Una stufa di maiolica e un recipiente di ceramica riccamente ornato non rappresentano sicuramente l’intero arredamento, indicano però un certo benessere dei Signori di Gams.
Trad. Christian Saladin, Basilea/Origlio