Descrizione
Andreas Motschi: Palatium imperialis – nuovi reperti del palazzo reale più recente situato sul Lindenhof a Zurigo
Peter Kurzmann: Il laboratorio „dimenticato“ del castello di Reichenau
Heinrich Christoph Affolter: Una casa rurale tardo gotica con una sala per le feste. La casa del 1500/1505 nel Grossgschneit, Köniz
Palatium imperialis – nuovi reperti del palazzo reale più recente situato sul Lindenhof a Zurigo
Nel 1937/38 Emil Vogt, nell’ambito di un progetto di ricerca, fece eseguire delle vaste indagini archeologiche sul Lindenhof di Zurigo. Furono tra l’altro portati alla luce i resti di un forte tardoromano e quelli di due edifici monumentali risalenti al Medioevo.
Furono da lui interpretati come i resti di due palazzi reali risalenti, l’uno all’epoca carolingia e l’altro al periodo ottoniano. La sua monografia del 1948, in cui vengono presentati e discussi i ritrovamenti, fissò dei nuovi criteri per l’archeologia medievale svizzera.
Tema principale di quest’opera é lo studio del palazzo reale più recente. Scavi archeologici più recenti hanno permesso di stabilire che l’edificio si estendeva su una lunghezza di almeno 75 metri. Il forte tardoromano allora prevalentemente intatto, fu inserito nel nuovo edificio, influenzandone l’orientamento.
L’edificio che presenta una larghezza di 13 metri é composto da una serie di locali. La grande sala principale vanta una superficie interna di 31,2 x 11,4 metri. I resti di paraste dimostrano che la parte centrale della sala, che aveva funzioni di rappresentanza, era disposta trasversalmente rispetto all’asse principale.
Sale di analoga concezione architettonica sono state riscontrate nei palazzi di Paderborn e Goslar, eretti nella prima metà del XI secolo. Tra i vari resti di edifici presenti nell’area del Lindenhof di Zurigo, vi sono anche quelli della piccola cappella, sorta sulle fondamenta di una torre tardoromana. Sono invece di difficile interpretazione i locali residenziali e quelli legati all’economia domestica situati a nord e a sud della sala principale e nell’ala orientale del palazzo.
Nel 2008 sulla facciata dell’ala orientale fu scoperta una colonna incassata che presentava una base in pietra arenaria. Una colonna con caratteristiche identiche era stata già scoperta nelle vicinanze da Emil Vogt. Con ciò abbiamo delle importanti testimonianze sull’aspetto della facciata, la cui ricostruzione, completamente rielaborata, viene proposta qui. Per la ricostruzione viene presupposto che il palazzo avesse due piani, con due sale ubicate una sopra l’altra.
La datazione dell’edificio nel periodo durante il regno di Enrico III (1040–1056) si basa su considerazioni storico-politiche la cui esattezza, con l’ausilio di metodi di datazione più moderni (storia dell’arte e archeologia) non si lascia confermare in maniera soddisfacente.
Il laboratorio „dimenticato“ del castello di Reichenau
Il castello di Reichenau, situato alla confluenza tra Reno Anteriore e Reno Posteriore, é caratterizzato da una particolarità: in un’ala laterale del castello si é conservato fino ai nostri giorni un laboratorio chimico della metà del XIX secolo dotato del suo arredamento originale. In genere dei vecchi laboratori si sono conservati perlopiù solo i recipienti, gli strumenti ed in qualche caso alcune immagini, mentre l’arredamento originale, a causa di ammodernamenti, ristrutturazioni o demolizioni é andato inesorabilmente perso. Per quanto riguarda invece il castello di Reichenau i locali con le varie attrezzature sono stati preservati fino ai nostri giorni. Inoltre si conservano anche molti recipienti, strumenti e documenti. In questo luogo hanno fatto ricerche, per un certo periodo anche parallelamente, due importanti chimici del XIX secolo, il pratico Dr. Adolf von Planta (1820–1895) e il teorico Dr. August Kekulé (1829–1896).
Il laboratorio in questione é stato a suo tempo allestito dal Dr. Adolf von Planta. Nacque nel castello, studiò scienze naturali a Berlino, Heidelberg e presso Justus Liebig a Giessen ottenendo il titolo di dottore a Heidelberg nel 1845. Nel 1852, onde poter continuare le sue ricerche, installò un laboratorio all’interno del suo castello. Su raccomandazione di Liebig, assunse come assistente August Kekulé.
Von Planta si interessò per le ricerche chimico-analitiche sui prodotti naturali, per campioni di terreno e di acqua, per la dinamica dei procedimenti fisiologici come anche per l’apicoltura, la botanica ed il giardinaggio. L’influenza di von Liebig é inconfondibile. Le ricerche insieme a Kekulé cominciarono con lo studio di due alcaloidi (coniina e nicotina) estendendosi poi all’analisi della pietra calcarea, del vino, dei calcoli biliari ed in particolare delle acque minerali di Serneus e St. Moritz.
Nel 1853 kekulé cessò la sua attività al castello di Reichenau. Mantenne comunque i legami di amicizia con Adolf von Planta.
Il percorso professionale condusse Kekulé dapprima a Londra, poi dopo aver ottenuto l’abilitazione a Heidelberg, si trasferì nel 1858 a Gent dove ottenne una cattedra. Infine nel 1867 si stabilì a Bonn dove nel 1896 morì da uomo illustre. Kekulé viene considerato uno dei chimici più importanti del XIX secolo soprattutto per le sue ricerche nel campo della strutturistica chimica (scoprì per esempio la quadrivalenza del carbonio ed ebbe la geniale idea riguardo alla struttura ciclica della molecola del benzene).
Dopo la partenza di Kekulé von Planta continuò da solo il suo lavoro concentrandosi su campi di ricerca relativamente importanti per l’economia grigionese. Nel 1895 morì a Zurigo, dove si trova anche la sua tomba.
La famiglia von Tscharner, attualmente proprietaria del castello di Reichnau, é intenzionata a preservare il laboratorio dove il tempo ha lasciato il suo segno. A questo scopo la famiglia investe molto tempo e denaro. É auspicabile che la presente pubblicazione possa suscitare l’interesse di una cerchia più estesa di interessati verso un luogo per la ricerca nel campo della chimica che nel contempo rappresenta anche una parte della storia locale grigionese.
Una casa rurale tardo gotica con una sala per le feste. La casa del 1500/1505 nel Grossgschneit, Köniz
La casa nel Grossgschneit é oggetto di ricerca fin dalla seconda metà del XIX secolo. Dopo un intervallo piuttosto lungo é stato finalmente possibile eseguire negli anni a partire dal 2007 fino al 2010 una ricerca interdisciplinare. Una dettagliata analisi dei paramenti murari ha portato ad una nuova valutazione delle tracce archeologiche sull’edificio. Inoltre é stata fatta un’interpretazione più estesa ed attenta delle fonti e della letteratura per approfondire le conoscenze inerenti il contesto sociale, politico ed economico dei proprietari di quell’epoca. Accanto a ciò é stato possibile confermare importanti asserzioni, pubblicate già nel 1935.
Grossgschneit faceva parte delle sette fattorie della signoria medievale di Riedburg, che era ubicata tra Schwarzwasser, Sense e Scherlibach. Il centro della signoria, ovvero l’omonimo castello, fu distrutto da Friborgo nel 1386. Durante il XV secolo la signoria in sé continuò ad esistere restando in mano a famiglie che vivevano nelle vicinanze. Nel 1515 Anthoni Brüggler cedette i diritti inerenti il banno e la giurisdizione a Peter von Schneit, il quale era proprietario di due fattorie. Nel 1872 Johann Hostettler von Schwanden acquistò la sontuosa casa rurale. Agli inizi del XXI secolo troviamo come abitanti e amministratori della cinquecentesca casa oramai la sesta generazione della famiglia Hostettler.
La sontuosa casa eretta nel Grossgschneit intorno al 1500 rappresenta uno dei più notevoli esempi di casa rurale di tutto il cantone. É stata eretta da un ricco contadino, che intorno al 1500 arricchì la sua casa con elementi architettonici e decorazioni di evidente carattere signorile. Già in lontanaza risalta la signorilità dell’edificio, caratterizzato da un alto tetto a padiglione e dall’imponente muro di 75 metri quadrati che si eleva a sudovest sul lato corto.
L’imponente muro aveva uno scopo ben preciso e cioé quello di evidenziare il carattere difensivo dell’edificio e con ciò sottolineare in modo inequivocabile lo status sociale del proprietario. Inoltre un altro elemento assai insolito per una casa rurale sono le finestre al piano superiore presenti su tutti i lati dell’edificio. Solo una minima parte era chiusa da una lastra di vetro, mentre altre erano addirittura delle finestre cieche.
Nella sezione meridionale al piano superiore della casa sono stati scoperti i resti di un salone per le feste risalente al XVI secolo. Con grande sorpresa sono state rinvenute in gran quantità delle sculture lignee e scudi applicati simmetricamente privi di immagine. Sono pure degni di nota i quaranta contraffissi ricurvi fissati al tetto. I contraffissi sono ornati da piccoli scudi (targhe) senza immagini.
Nonostante i vari interventi il grande edificio, risalente al periodo intorno al 1500, si é ben conservato nel tempo, e rappresenta una rarità nel suo genere. Grossgschneit é una preziosa testimonianza di una splendida epoca passata.
Trad. Christian Saladin (Basilea-Origlio)