Rivista Medioevo 2016/2

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Descrizione

Markus Bamert: Da nord, da est, da ovest, da sud – L’influenza dell’architettura e dell’arredo nelle residenze signori svittesi

Gabi Meier Mohamed: Archeologia e storia dell’architettura del castello di Hünenberg (Canton Zugo): un rapporto preliminare

 

e-periodica.ch/2016/2

 

Da nord, da est, da ovest, da sud – L’influenza dell’architettura e dell’arredo nelle residenze signori svittesi

Svitto è caratterizzata da particolari forme di insediamenti riscontrabili solo in questo luogo. Intorno alla piccola località di Svitto, composta da una chiesa, dal municipio e dalla piazza principale, sono ubicate una trentina di residenze signorili. Lungo le strade che partono dalla piazza principale, allestite in maniera da formare un reticolato a forma di stella, si sviluppò in seguito il centro abitato.

A partire dal XVI secolo le famiglie dominanti svittesi iniziarono a modernizzare le loro residenze. Per esempio nel 1544 la casa in legno chiamata Bethlehem viene sollevata per integrare un basamento in pietra, nel quale viene allestita una sala terrena; questo è un tipico elemento architettonico dell’Italia settentrionale.

Nella casa Köpli invece si possono riscontrare tutta una serie di porte e stipiti delle finestre ornati da intagli molto pregiati. Anche in questo caso si può riconoscere l’influenza delle correnti rinascimentali dell’Italia settentrionale. Purtroppo il luogo di provenienza di queste opere è sconosciuto.

Agli inizi del XVII secolo iniziarono a sorgere gli edifici in pietra: il Grosshus (1604), la casa Ital Reding (a partire dal 1609) e la casa Reding presso la Schmiedgasse (a partire dal 1614). Vi sono vari  stili architettonici, come per esempio quello che si ispira ai palazzi tardogotici con elementi che ricordano gli edifici castellani della Germania meridionale caratterizzati da tetti assai accentuati oppure al sontuoso palazzo con cortile interno (casa Reding presso la Schmiedgasse).

Ciascuno dei tre edifici Reding è dotato di un accesso principale caratterizzato da un portale in pietra arenaria molto rappresentativo. I tre portali mostrano delle affinità fin nel minimo dettaglio. Un confronto effettuato tra portali simili situati nel lucernese lascia supporre che gli scalpellini provenivano da un’officina della colonia walser di Prismel (Walser originari della Valsesia, situata nel Piemonte settentrionale).

Grazie ai numerosi contatti instaurati dai cantoni cattolici, nel corso del tempo si manifestarono importanti rapporti anche tra Lucerna e Svitto e ciò diede l’occasione a molti architetti, artigiani e artisti di Lucerna di ottenere degli incarichi a Svitto. Attraverso la famiglia Tobler, che con ogni probabilità si era trasferita da Soletta a Svitto, furono introdotti anche modelli di boiserie, basati sulla copertura delle pareti con pannelli di legno. Un tipico esempio è la gande sala situata nella casa Ital Reding, per la quale furono prese come modello le opere di Sebastiano Serlio, teorico italiano dell’architettura del XVI secolo. Nei locali furono utilizzati modelli italiani accanto a quelli della Germania meridionale, abbinati armoniosamente.

Grazie a questi elementi le case Reding, sorte agli inizi del XVII secolo, vengono considerate, dal punto di vista della bellezza e della qualità, gli edifici con gli arredi tardorinascimentali più interessanti della Svizzera.

 

Archeologia e storia dell’architettura del castello di Hünenberg (Canton Zugo): un rapporto preliminare

Le campagne di scavo che hanno interessato i ruderi del castello di Hünenberg (Canton Zugo) sono state effettuate dal 1945 fino al 1947.  Nel 1961/62 i resti murari sono stati poi consolidati.

Nonostante questi interventi incisivi è stato possibile, grazie alle indagini effettuate dal 2005 al 2010, scoprire nuovi elementi di un certo interesse. Gli strati sottoposti ad una analisi micromorfologica illustrano l’avanzamento dei lavori e forniscono importanti informazioni riguardo ad un cantiere medioevale.

Con l’ausilio delle analisi della malta di calce è stato per esempio possibile raggruppare i resti murari isolati, onde poter ricomporre in maniera sensata la pianta del castello. Lo sviluppo architettonico del castello può quindi essere inserito in un compresibile schema di fasi di costruzione.

Il presente saggio è da considerare solo un rapporto preliminare riguardante le indagini ancora in corso. In questo ambito i reperti archeologici non vengono menzionati e nemmeno il contesto storico e archeologico viene approfondito ulteriormente. Tuttavia una discussione preliminare in senso scientifico può sicuramente giovare alla valutazione finale.

 

Trad. Christian Saladin (Basilea/Origlio)