Rivista Medioevo 2015/2

CHF 12.50

Descrizione

Armand Baeriswyl: Incendiato – devastato – abbandonato. Le indagini archeologiche e storiche sui cosiddetti insediamenti abbandonati in Svizzera

Cédric Cramatte: Il borgo medievale di Fang/Tiébagette (Val d’Anniviers, Vallese)

 

e-periodica.ch/2015/2

 

Incendiato – devastato – abbandonato. Le indagini archeologiche e storiche sui cosiddetti insediamenti abbandonati in Svizzera

Sembrerebbero esserci criteri ben definiti che hanno influito sullo sviluppo delle città medievali, ovvero che le hanno fatte decadere a semplici villaggi o che hanno addirittura indotto ad abbandonare le medesime.

Nella maggior parte dei casi queste città hanno ricoperto un ruolo come tali solo relativamente tardi, ovvero a partire dal XIV secolo. Sono un prodotto della concorrenza tra le varie famiglie nobili che ambivano a espandere il loro dominio territoriale. I fondatori di queste città erano sì famiglie nobili, il cui potere politico ed economico era però piuttosto esiguo. Queste famiglie, per realizzare le loro ambizioni e per sottolineare il loro dominio signorile, hanno preso come modello l‘alta nobiltà anche se in quel periodo la fondazione di nuove città stava per così dire lentamente passando di moda.

Le città si estendevano solo su superfici ridotte, di 0,6-2,5 ha. Assai spesso la fondazione di queste città entrava in concorrenza con insediamenti preesistenti, che nella maggior parte dei casi vantavano un’estensione maggiore rispetto alle prime. A cagion di ciò la superficie del territorio che le circondava era minima, ponendo pertanto limiti allo sviluppo delle medesime. Infatti l’economia e anche la popolazione delle città medievali erano legati fortemente al territorio circostante. Nel contempo queste fungevano anche da centro amministrativo ad un ente o a un baliaggio. Il castello, sia che fosse preesistente oppure sorto contemporaneamente alla città, fungeva da sede al relativo funzionario (balivo, landfogto, castellano).

A causa di queste premesse fondamentali le città in questione non ebbero praticamente modo di svilupparsi, andando così incontro ad una sorta di stagnazione o addirittura alla decadenza. All’origine dell‘abbandono di un insediamento vi furono quasi sempre una o più cause: una distruzione causata da un conflitto armato, un vasto incendio oppure un’epidemia.

Tuttavia la maggior parte di queste città erano piccole e dal punto di vista economico troppo deboli per poter autonomamente provvedere ad una riscostruzione. Pertanto erano costrette ad affidarsi al proprio signore feudale locale. Purtroppo però in quel periodo le città in questione avevano per così dire la sfortuna di essere sotto il dominio di una famiglia nobile locale, che non poteva garantire gli aiuti necessari o che spesso non era interessata ad aiutare.

Le indagini archeologiche dimostrano chiaramente che strutture di un certo rilievo, celate nel sottosuolo, possono contribuire ad incrementare le conoscenze relative alla storia delle singole città ma anche fornire gli elementi necessari per comprendere meglio questi insediamenti medievali dell’Europa occidentale.

 

Il borgo medievale di Fang/Tiébagette (Val d’Anniviers, Vallese)

Il borgo medievale è situato in una zona boschiva, a nordovest dell’attuale villaggio di Fang.

In epoca più recente il sito non è stato disturbato da costruzioni moderne, fatto assai raro per la regione alpina. Fin dall’anno 2000 gli attuali proprietari hanno liberato un’area di ca. 1000m2 dalle sterpaglie e dal sottobosco in generale, riportando alla luce i resti di questo insediamento.

Primi rilevamenti provvisori sono stati effettuati dal Politecnico federale di Zurigo e hanno permesso di rilevare una quindicina di abitazioni e alcuni recinti. l’ubicazione del sito a 900 m di altitudine come anche la struttura degli edifici lasciano presupporre che  l’insediamento fosse abitato in maniera permanente. Degli edifici si conservano resti murari in elevazione che raggiungono un’altezza di 1,80 m. Grazie al buono stato di conservazione della muratura è possibile riscontrare delle nicchie all’interno delle pareti degli edifici. Talvolta nel tessuto murario venivano integrati anche alcuni massi.

La tecnica di costruzione e la pianta quadrangolare degli edifici permettono di ipotizzare che il sito fosse abitato tra il Pieno Medioevo e il XIII secolo. La maggior parte degli edifici al pianterreno è caratterizzato da un locale seminterrato privo muri di suddivisione. Sulla base dei resti murari non è tuttavia possibile stabilire con certezza l’esatta funzione dei singoli edifici (fienili, stalle oppure case d’abitazione). Nella parte centrale del borgo sono riscontrabili i resti di una costruzione, la quale, in base alle sue dimensioni, potrebbe essere interpretata come cappella. Inoltre sono presenti anche i resti di un edificio a base quadrata di 7 x 7 m i cui muri intonacati sono stati eretti con la calce. Probabilmente si trattava di una torre d’abitazione.

Solo tramite un’accurata indagine archeologica sarà possibile effettuare una più esatta datazione che permetta di stabilire l‘inizio e la fine dell’insediamento. Sulla base di prime osservazioni fatte sul terreno è possibile stabilire che il borgo è stato distrutto da uno scoscendimento della montagna, probabilmente provocato da un terremoto. Ciò coincide anche con la tradizione orale. Infatti sul terreno sono riscontarbili grossi blocchi di granito che hanno sfondato i muri a secco. Il borgo presenta caratteristiche simili all‘insediamento di Wiler-Giätrich (Lötschental), abitato in un periodo tra il X e il XIII secolo.

Fintanto che la ricerca medievistica si concentrerà prevalentemente sullo studio delle chiese, dei castelli e dei centri urbani, gli insediamenti rurali rimarranno inesorabilmente in secondo piano. Questo tipo di ricerca è soprattutto di un certo interesse in quanto conduce nel mondo montano ovvero in una valle laterale della Valle del Rodano, la quale finora non è ancora stata interessata dalla ricerca medievistica. Tale indagine potrebbe portare ad una migliore comprensione del processo di colonizzazione della Val d’Anniviers e fornire anche elementi sullo sviluppo delle costruzioni rurali del periodo medievale. A ciò va ad aggiungersi anche una migliore conoscenza della cultura materiale degli insediamenti di montagna.

 

Trad. Christian Saladin (Basilea/Origlio)