Descrizione
Werner Meyer: Basilea, un centro dei tornei medievali
Armand Baeriswyl: La rappresentazione di un torneo risalente al periodo intorno al 1300 – le incisioni nella torre del castello di Spiez
Alain Besse et Gaëtan Cassina: Delfinato contro Savoia: una giostra o una lotta politica nel castello di Valeria a Sion? Ornamenti araldici e scontro cavalleresco nella Caminata (intorno al 1330)
Christof Rolker: Un regolamento per il torneo: lo stemmario di Konrad Grünenberg
Peter Niederhäuser: La ricerca di una identità nobiliare? Il libro di famiglia di Hans von Hinwil del 1541
Basilea, un centro dei tornei medievali
Dal XIII fino al XV secolo Basilea era nota come centro per i tornei medievali. Le date preferite per lo svolgimento di un torneo erano i giorni di carnevale e l‘8 settembre, compleanno di Maria, patrona della città in questione. I tornei si svolgevano sul «Münsterplatz», presso la casa «zur Mücke», dove la nobiltà festeggiava le proprie feste. Le feste d’armi comprendevano i tornei (combattimenti tra fazioni) e la giostra (combattimanto fra due cavalieri, lancia in resta).
I reperti provenienti dalle indagini archeologiche effettuate nei castelli situati nei dintorni della città di Basilea hanno messo in evidenza l’importanza dei tornei. Una particolare forma di torneo era il duello, il quale si svolse nel 1428 con l’ausilio di diverse armi fra un cavaliere spagnolo e uno basilese, entrambi appiedati. I tornei erano spesso accompagnati da incidenti. In un periodo caratterizzato da tensioni politiche i tornei potevano trasformasi in tumulti.
Durante il carnevale del 1376, noto come «böse Fasnacht» si scatenarono violenti tumulti, che alla città di Basilea crearono difficoltà a livello politico. Pertanto nei periodi successivi i tornei potevano svolgersi solo se venivano adottate ingenti misure di sicurezza. L’ultimo torneo che si svolse a Basilea è attestato nel 1491.
La rappresentazione di un torneo risalente al periodo intorno al 1300 – le incisioni nella torre del castello di Spiez
Sull’intonaco delle nicchie delle finestre situate al piano d’accesso della massiccia torre del castello di Spiez si sono conservate una moltitudine di incisioni risalenti al periodo intorno al 1300. Durante la ristrutturazione del museo, avvenuta nel 2012, i disegni sono stati documentati e puliti.
Sulla base degli stemmi e dei cimieri sono identificabili diversi cavalieri in sella ai loro destrieri: i signori di Weissenburg, i signori di Ringgenberg, i conti di Neuenburg-Nidau e i conti di Greyerz. Due rappresentazioni mostrano una forma di combattimento (giostra) fra due cavalieri propriamente chiamata «lancia in resta».
Questi tipi di rappresentazioni sono databili solo indirettamente. Criteri stilistici in senso stretto non sono attendibili. Una datazione più prescisa la offrono elementi come elmi e scudi, tramite i quali, con ogni probabilità, è possibile datare le incisioni di Spiez nel periodo intorno al 1300.
Dal punto di vista del contenuto le rappresentazioni di Spiez sono un tipico prodotto della cultura nobiliare cavalleresca del XIII e XIV secolo. Elemento centrale sono gli stemmi ed i cimieri. La moltitudine di dettagli, rappresentati in maniera molto realistica, come ad esempio le armature, le lance, i cavalli e gli stemmi, lasciano presumere che le rappresentazioni siano state realizzate da giovani scudieri nel tardo XIII o agli inizi del XIV secolo, con lo scopo di rappresentare tramite incisioni ciò che hanno vissuto in prima persona.
Delfinato contro Savoia: una giostra o una lotta politica nel castello di Valeria a Sion? Ornamenti araldici e scontro cavalleresco nella Caminata (intorno al 1330)
Agli inizi del XIV secolo in un edificio, eretto un secolo prima, del castello del capitolo del duomo, sulla collina chiamata Valeria a Sion, fu allestita una nuova sala. Nel corso di indagini archeologiche e ricerche storiche è stato esaminato un ornamento dipinto che ricopriva le pareti, il soffitto e un camino. Durante gli interventi di restauro, eseguiti nel 1997–98, i risultati delle indagini sono stati supportati da datazioni dendrocronologiche e da un attento esame degli oggetti.
Gli esiti di questa complessa ricerca hanno permesso di approfondire le conoscenze inerenti la Caminata ovvero la sala delle feste del castello di Valeria. Anzitutto, sulla base delle recenti analisi dendrocronologiche, ha dovuto essere corretta la datazione dell’edificio (circa 1225/30), la quale risultava dalle ricerche storiche condotte intorno al 1900.
Sia le indagini effettuate sull’edificio come anche i dati emersi dalle analisi dendrocronologiche e le caratteristiche stilistiche hanno condotto ad una nuova interpretazione degli elementi araldici: questi, in relazione ad una scena di un torneo raffigurata sul camino, ricordano in maniera molto reale una lotta (politica). Il contesto storico dà una conferma riguardo alla datazione della sala che risale alla fine del primo trentennio del XIV secolo. Ciò è supportato anche dalle rappresentazioni di controversie politiche e da conflitti regionali avvenuti in quell’epoca.
Aymo von Turn, vescovo di Sion e potente signore feudale in Vallese, si oppose all’investitura feudale dei conti di Savoia poiché temeva una loro politica espansionistica verso i territori vallesani. Come discendente della famiglia più potente in Vallese nel XIII e XIV secolo risiedette nel castello di Gestelnburg presso Raron. La famiglia era originaria del Delfinato (alpi meridionali della Savoia).
Per questo motivo nel 1327 stipulò con il Delfino di Viennois un’alleanza difensiva e bellica. Infatti il Delfino, che era uno strenuo oppositore dei Savoia, lottò contro di essi, appoggiato da altre famiglie regionali, come i ad esempio i conti di Ginevra ed i signori di Charolon-Arlay. Gli stemmi sul travetto a cravatta presso il camino, situati sopra la rappresentazione del torneo, nel quale i Delfini si trovano di fronte ai Savoia, rimandano a questa coalizione.
Nel contempo mostrano anche Savoia con gli stemmi dei genitori, sovrani di Francia ed Inghilterra. Lo stemma del vescovo di Sion invece è parte di un fregio composto da scudi araldici applicato sulla parete della sala il cui scopo era non solo ricordare la vittoria riportata nel 1325 insieme ai suoi futuri alleati sui Savoia, mettendo con ciò in evidenza i successi della sua politica, ma anche la pace del 1329, che, anche se solo per un breve periodo, aveva garantito un certo equilibrio politico.
Fintanto che la collina ed il castello furono sotto il dominio del capitolo del duomo, al vescovo ed a poche persone al suo seguito era permesso soggionare nel fortilizio; solo a partire dalla metà del XIV ebbe un edificio proprio, probabilmente quello in cui era ubicata la sala delle feste, nota come Caminata, situato nella parte inferiore del castello accanto al locale delle guardie.
Un regolamento per il torneo: lo stemmario di Konrad Grünenberg
Lo stemmario di Konrad Grünenberg († 1494), cittadino di Costanza e cavaliere, è uno dei più voluminosi, importanti e pregiati stemmari del Medioevo. Molte parti dell’opera fanno riferimento ai tornei, soprattutto ai cosiddetti «circoli torneistici» dei «Vier Lande». Infatti l’opera completa è strutturata secondo un‘immagine idealizzata che Grünenberg aveva di questi circoli.
Sebbene l’autore fosse membro del circolo nobiliare (la «Katz») di Costanza, quest‘ultimo nella sua opera non viene messo in rilievo. Tutt’altro vale invece per i circoli torneistici, i quali ricoprono un ruolo di prim’ordine, nonostante l’autore non abbia mai partecipato in prima persona ad un torneo e non fosse membro di uno di questi circoli.
Proprio per questa ragione appare chiara l’importanza dei tornei intorno al 1500, allorquando si trattava di definire il concetto di «nobiltà». Secondo un’espressione del monaco domenicano Felix Fabri († 1502) sia i tornei reali che quelli immaginari possono essere paragonarti a dei «setacci dei nobili».
La ricerca di una identità nobiliare? Il libro di famiglia di Hans von Hinwil del 1541
Il poco noto libro di famiglia, redatto da Hans von Hinwil, che comprende una introduzione «storica» e gli stemmi riguardanti i legami matrimoniali, dà una notevole impressione della cultura nobiliare e dell‘immagine propria della nobiltà nel XVI secolo. Questo libro, analogamente ai libri dei signori di Eptingen e Hallwyl, è incentrato più sulle questioni politico-familiari e meno sugli aspetti biografici di un autore.
In questo caso Hans von Hinwil, castellano di Elgg, dapprima vassallo del vescovo di Costanza e più avanti dell’Abate di San Gallo, prese spunto da modelli provenienti dalla Germania meridionale. Nell’ambito di un cosiddetto «rinascimento cavalleresco» furono redatti libri sui tornei e sulla nobiltà il cui scopo era di enfatizzare l’antichità della discendenza e il rango nobiliare di una famiglia e di conseguenza accentuare anche il ruolo autonomo della (bassa) nobiltà.
Un peso maggiore avevano le prove nobiliari tramite le quali la nobiltà si distanziava dai patrizi delle città. Hans von Hinwil voleva forse mettere in evidenza che la sua famiglia nella storia aveva avuto un maggior peso rispetto a ciò che tramandano le fonti scritte?
Trad. Christian Saladin (Basilea-Origlio)