Rivista Medioevo 2010/2

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Descrizione

Rolf Kamm: Castelli glaronesi

Thomas Bitterli: Il castello di Benzigen a Schwanden (GL) – Scavi di sondaggio nel 2005 e nel 2008

Jakob Obrecht: Gli sbarramenti fortificati di Näfels e di Beglingen

 

e-periodica.ch/2010/2

 

Castelli glaronesi

Fonti scritte risalenti al periodo in cui i castelli glaronesi erano ancora abitati mancano completamente, ad eccezione di Näfels e di Windegg. Nel caso dei castelli di Windegg é sovente poco chiaro quale delle due rovine viene in definitiva menzionata.

Aegidius Tschudi (1501–1572) inserì i castelli situati tra Schwanden e Niederurnen in un contesto storico. Il cronista in questione completò con aggiunte proprie e di sua invenzione i contenuti del cosiddetto «Säckinger Urbar» (circa 1350), attribuendo ad ogni castello glaronese una famiglia originaria della ministerialità di Säckingen.

Tuttavia i castelli ricoprono solo un ruolo secondario nella storiografia glaronese: contrariamente alla battaglia di Näfels, alla muraglia di sbarramento e «all’adesione al patto dei confederati svizzeri» nel 1352, i castelli in questione non rientrano nella storia della tradizionale lotta per la libertà, bensì fungono da simbolo per un «buio» feudalesimo. Nella storia glaronese meno recente vine accentuato il concetto della libertà primigenia germanica a cui si susseguono l’oppressione asburgica e infine la nascita di uno stato di stampo repubblicano.

Pertanto, i cavalieri eccetto forse per il loro ruolo come ministeriali degli Asburgo o di Säckingen ed i castelli per la loro funzione di sedi amministrative, non assumono un’importanza rilevante. Questo aspetto assai interessante viene attribuito all’interpretazione storica di Tschudi, e anche nel XX secolo é stato messo in discussione solo raramente, sebbene già nel XIX secolo erano sorti dubbi in merito al valore degli scritti del cronista in questione.

Dopo che gli storici hanno accertato che molti contenuti storici risultano un’invenzione di Tschudi, in un sol colpo anche i castelli glaronesi vennero privati della loro storia. Pertanto i fortilizi posero nuovi interrogativi a cui una risposta potrebbe venir data tramite indagini archeologiche. Tuttavia gli scavi archeologici effettuati fino ad oggi hanno interessato solo due castelli glaronesi, Sola (1927–29) e Benzingen nel 2005.

Nel medioevo il sistema feudale sul territorio glaronese si era radicato solo debolmente, ma era comunque caratterizzato da una nobiltà locale. Questa nobiltà locale venne, prima ed intorno al 1300, sempre più spodestata dalla costante espansione territoriale perpetrata dagli Asburgo.

Pertanto la fine di molti castelli situati su questo territorio e la comparsa a Zurigo di famiglie con nomi di origine glaronese va collocata storicamente in questo periodo. Il declino della nobiltà locale e la fine di molti castelli é riconducibile quindi all’espansione territoriale degli Asburgo e non ad un’insurrezione popolare. I nobili locali ed i castelli rimasti sopravvissero il XIV secolo solo sottomettendosi al dominio asburgico.

Conoscenze più approfondite sui castelli glaronesi potrebbero fornire maggiori elementi per la comprensione del periodo in cui avvenne il consolidamento territoriale asburgico. Questi anni tra il 1200 e il 1300 sono anche di una certa inportanza per quanto riguarda lo sviluppo successivo: con ogni probabilità nel territorio glaronese l’eredità dei Lenzburger, dei Kyburger e dei Rapperswiler passò almeno in parte agli Asburgo.

Mentre molti diritti passarono anche nelle mani di persone che avevano raggiunnto una certa condizione sociale (contadini), ma anche alle parrocchie o a diverse comunità di persone. Questo aspetto portò ad una sorta di concorrenza alla sovranità territoriale degli Asburgo. Per questo motivo i castelli glaronesi hanno risvegliato l’interesse di vari gruppi di studiosi ma anche dell’opinione pubblica. Pertanto un punto focale sarà quello di scoprire nuovi elementi sulla storia di questi castelli tramite le indagini archeologiche.

 

Il castello di Benzigen a Schwanden (GL) – Scavi di sondaggio nel 2005 e nel 2008

I resti del castello di Benzigen sono ubicati a nord di Schwanden (GL) su uno sperone avvolto dal bosco, che domina la strada della valle ed il fiume Linth. Del castello rimangono visibili alcune porzioni di mura che vanno a formare un angolo, composte da grossi blocchi (muratura megalitica). Il concatenamento d’angolo é costituito da blocchi ben lavorati.

Il noto cronista glaronese Aegidius Tschudi (1501–1572) attribuisce il castello al nobile casato dei baroni di Schwanden menzionando tra l’altro anche alcuni membri di questa famiglia, che avrebbero ricorperto un ruolo importante nella storia di Glarona. Le ricerche nel campo della storia hanno nel frattempo riconosciuto la scarsa attendibilità di molti passaggi citati nell’opera di Tschudi. Per esempio, dei castellani di Benzigen risulta solo un certo «Heinrich di Schwanden» (1240) privo di qualsiasi titolo nobiliare.

I due scavi di sondaggio del 2005 e del 2008 avrebbero dovuto fornire nuovi elementi sulla datazione e sulla pianta del castello, che approsimativamente potrebbe essere stato eretto intorno al XIII secolo. Tuttavia, non avendo riscontrato reperti databili durante gli scavi, una datazione più precisa del castello risulta allo stato attuale delle ricerche ancora difficile. Gli scavi hanno comunque permesso in parte di riscostruire l’impianto originale del castello. Accanto ai ruderi di un imponente torre (18 x 18 m) sono venuti alla luce anche i resti di un esteso muro di cinta di oltre 90 m di lunghezza. La torre mozzata, che si eleva ancora per circa 4 m in altezza, su due lati é completamente ricoperta da macerie.

Il proprietario terriero alla fine del XIX secolo modificò completamente la morfologia del terreno. I resti murari della bassa corte furono livellati e le macerie adossate alla torre. In seguito, i resti ancora prospicienti della torre furono demoliti e il cumulo di macerie che andò così a crearsi venne ricoperto da uno strato di terra.

I massicci resti della torre e l’esteso muro di cinta lasciano comunque supporre che il castellano probabilmente ricopriva un ruolo abbastanza importante nella zona e che le affermazioni di Aegidius Tschudi forse non sono completamente da scartare. Ulteriori indagini archeologiche, che forse potranno dare una risposta a queste domande, sono previste in un prossimo futuro.

 

Gli sbarramenti fortificati di Näfels e di Beglingen

Gli sbarramenti fortificati (letzi) di Näfels e di Beglingen sono stati eretti dopo il 1351. Avevano lo scopo di sbarrare l’accesso al territorio glaronese a nord di Näfels nella pianura presso il Rautibach; lo sbarramento di Beglingen era situato presso la strada che collegava Sargans a Glarus.

Dato che la famosa battaglia di Näfels ebbe luogo nel 1388 presso lo sbarramento omonimo, i resti di questa muraglia hanno da sempre ricoperto un certo interesse per la popolazione glaronese. Le indagini archeologiche svolte nel 1970 nei pressi della chiesa e del monumento dedicato alla battaglia hanno portato alla luce un tratto di questa muraglia che in seguito fu ricostruito. Un altro tratto scoperto nel 2009 é stato esaminato e documentato.

La muraglia, che complessivamente presenta uno spessore di 1,2 m, sul lato nord si innalza per 3 m ed é composta da grossi blocchi di pietra. Sul lato interno, cioè quello verso sud vi era adossato un terrapieno sul quale scorreva un cammino di ronda. Sondaggi più recenti hanno dimostrato che il coronamento murario é stato più volte ricostruito. Tuttavia non é stato possibile accertare quando ebbero luogo questi interventi.

Dal punto di vista strategico lo sbarramento é ubicato nel luogo più idoneo della valle, tanto che gli ingegneri militari del XX secolo, per difendere la valle della Linth, eressero una nuova linea di difesa, che si trova spostata verso nord di soli 100 m rispetto allo sbarramento medievale. Delle fortificazioni si conservano il fosso anticarro (eretto nel 1941), diversi fortini per la fanteria e le cannoniere delle opere d’artiglieria Niederberg e Beglingen (atte alla difesa nel 1943).

 

Trad. Christian Saladin (Basel/Origlio)