Rivista Medioevo 2005/1

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Descrizione

Daniel Gutscher: Le rovine del castello di Resti a Meiringen

Werner Meyer e Silvana Bezzola: Serravalle TI – rapporto preliminare delle scavi 2002–2004

 

e-periodica.ch/2005/1

 

Le rovine del castello di Resti a Meiringen

La torre chiamata “Restiturm”, a causa della sua posizione che domina la vallata, assume un ruolo notevole nel gruppo dei castelli oggi in rovina dell’Oberland Bernese, come per esempio Ringgenberg, Weissenau, Unspunnen, Spiez, Tellenburg, Felsenburg, Weissenburg e Mannenberg, di cui testimoniano ancora considerevoli vestigia.

Grazie all’ottima conservazione di resti di intonaco all’interno degli edifici così come anchedi resti lignei possiamo evincere una precisa idea sulla disposizione dei locali all’interno della torre-castello nella metà del XIII secolo. La possibilità di datazione di molti resti lignei ha messo in evidenza una precisa cronologia. La cronologia in questione pone nuove riflessioni alla ricerca storica, come per esempio il ruolo della torre-castello nel periodo dell’immediatezza imperiale (Reichsfreiheit; fino al 1310), poi sotto il dominio della signoria di Weissenburg (fino al 1334), ed infine sotto il dominio della città di Berna. Durante l’ultima fase vi furono gli interventi edilizi più considerevoli, come la costruzione di un piano per la difesa dell’edificio. Con la scoperta di bertesche che furono apportate su ogni lato al centro delle pareti utilizzando la tecnica di costruzione con pareti composta da travi (Kantholzblockbau) potè essere accertato un elemento architettonico fino ad ora senza eguali in Svizzera.

 

Serravalle TI – rapporto preliminare delle scavi 2002–2004

I risultati provvisori ottenuti durante le prime tre campagne di scavi a Serravalle (2002–2004) nella Val di Blenio/TI, hanno dimostrato che sulla dorsale rocciosa a nord di Semione si ergevano due castelli differenti, durante due periodi distinti. Il primo castello venne eretto intorno al 900 e distrutto verso il 1180. Il secondo castello fu edificato intorno al 1220/30 senza relazione al primo, poi espugnato e distrutto nel 1402. Nel 1928/30 il castello venne liberato dalle macerie secondo i metodi allora in uso. I lavori furono condotti dall’Associazione Svizzera dei Castelli. Questi interventi provocarono anche la perdita o lo spostamento degli strati superiori dell’orrizonte d’incendio del 1402, rendendo così difficile una interpretazione della stratigrafia allo stato attuale delle ricerche che sono ancora in corso.

Gli scarsi resti murari appartenenti al primo castello non hanno permesso di interpretarne con assoluta certezza l’impianto originale. Per quanto concerne il secondo, è invece possibile identificare in maniera più precisa la funzione dei singoli locali e la struttura del castello. Accanto ad un edificio adibito a latrina con tre canali di scarico deve essere menzionata anche la torre semicircolare, simbolo del castello, che con ogni probabilità aveva il compito di proteggere un pozzo che si trovava direttamente all’esterno della cinta muraria.

Sia dagli strati che testimoniano l’attivo insediamento del castello, sia da quelli che mostrano i segni di distruzione dell’edificio, sono emersi una quantità notevole di reperti, che permettono di ottenere un’immagine molto chiara sulle attività e sulla vita quotidiana degli abitanti del castello. Nella vasta gamma rappresentata dalla forma dei vari tipi di reperti si rispecchiano da un lato i contatti sociali ed economici intrattenuti con l’area alpina (ad esempio i recipienti in pietra ollare per cucinare), mentre dall’altro i legami con l’Italia settentrionale (si vedano i bicchieri e la ceramica). A differenza del Castel Grande di Bellinzona, che mette in risalto la sua accentuata funzione difensiva, il castello di Serravalle invece fungeva più da residenza per una famiglia agiata come dimostrano i reperti. Il castello di Serravalle era inoltre anche la sede principale da cui veniva amministrata la Val di Blenio.

Grazie alla concessione di un nuovo credito da parte del Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica potranno essere ulteriormente approfondite le informazioni fino ad oggi raccolte e sarà possibile acquisire anche nuovi dati.

 

Trad. Christian Saladin (Origlio/Basel)